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Alle Educatrici dell'Infanzia

   Ciascun a per proprio conto e poche per il vantaggio di tutte, noi ci studiamo incessantemente di segnare nel nostro lavoro dei punti di partenza da cui iniziare il cammino per questo o quel dato fine educativo. Così appunto ho creduto di fare io compilando questo abbiccì; stabilire, cioè, alcuni principi affinché l'educatrice possa avere una traccia nell'educare la voce infantile. Non ho  la pretesa di presentare un metodo immune da difetti. Tutt'altro! Stando con i bambini non si finisce mai di imparate: ciò che ieri ci sembrava perfetto mezzo educativo, domani incontrerà la nostra stessa disapprovazione, per il motivo che se il caso di cui ieri ci occupammo, oggi si è ripetuto, è però accompagnato da qualche nuova circostanza, lievi, sia pure, ma sufficiente ad alterare il piano della nostra tattica educatrice. 

   Dopo alcune considerazioni d'ordine generico, indispensabili a chi imprende a conoscere od applicare qualsiasi ramo dell'educazione, ho raccolto quei pochi esercizi pratici che nel giardino  infantile mi furono mezzo efficace nel conquistarmi, nonché la voce, l'entusiasmo e l'anima dei bimbi alle pure gioie del canto.

   Mi affretto a dire che non si dovranno insegnare tutti, perché non già dalla quantità, bensì dall'opportuna scelta e dal modo di presentarli essi acquisteranno valore o meno. Nessuna fretta nell'insegnamento del canto ai bambini, anzi, poca carne al fuoco, quando è poco il combustibile; se avverrà che il fuoco si spenga, a torto ci lagneremo della carne cruda.  Nell'applicare codesti esercizi, si abbia la prudenza e l'arte di chi insegna con acume l'alfabeto.

  Tutti sanno che dopo la produzione delle vocali, presentate in ordine di difficoltà grafica, l'insegnante fa conoscere quella consonante che più gli torna opportuna.

  Dalla penna del fanciullo uscirà da prima una lettera informe, qua, troppo secca e angolosa, là,obesa o in altra guisa sgraziata. Però, via, via che l'esercizio si ripete, l'occhio e la mano vanno sensibilmente acquistando l'abitudine ad allargare o a restringere opportunamente e , per mezzo loro, anche la penna pare che rammendi il dover suo ogni qualvolta incontra un filetto o una curva.

  Così avverrà del contenuto pratico di questa piccola guida. Gli esercizi preparatori equivarranno alle vocali; tutti gli altri saranno esercizi da prendersi a scelta, senza però dimenticare in questa impresa l'aforisma: "da noto all'ignoto".

  Le poche norme si potranno paragonare agli accessori che accompagnano ogni lettera, i quali, come avviene, sono bensì gli ultimi a ritenersi, ma una volta digeriti mediante la costanza dell'alunno e la utile longanimità dell'educatrice,passano poi allo stato di abitudine. Non si perda d'animo l'educatrice alle prime prove se avviene che le trovi gravose e il risultato ìmpari alla fatica! E' necessario ricordarsi spesso che il Bambino è quel  grazioso ignorante che si persuade più con l'azione che colla parola. Questa o lo diverte o lo annoia, il fatto attrae sempre e trova un'eco nelle sue facoltà imitative. 

  Se insegnando il canto voi potete avere a vostra disposizione un pianoforte, un harmonium, un violino, un guidavoce...uno strumento, insomma, ottimamente accordato, sta bene, quello vi aiuterà ed io ve lo desidero di tutto cuore, perché un metodo di canto razionale richiede in chi lo usa, oltre che la conoscenza della musica, l'uso pratico delle tonalità. (..e a questo scopo bene provvederebbe l'odierno programma della scuola normale se il tempo per isvolgerlo non fosse irrisorio.). Ma se oltre uno strumento avete voi stesse una voce soave e intonata e se colla voce mite e sicura, vi è dote dell'animo la passione per la musica, oh, siate certe che i bimbi copieranno tutto da voi. Gli è perciò che io non finirò mai di ripetere : " guardiamoci dai difetti!".

   Il timbro sgarbato della voce, l'incertezza dell'orecchio nell'intonare i suoni e nel ritenerne il ritmo, sono caratteristiche che denotano mancanza di attitudine in chi si accinge a educare l'altrui voce.  In questi casi, rinunciare all'impresa è dovere.torna su

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