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PRELUDIO E FUGA IN mi minore per Organo BWV 548

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Appunti dalle lezioni dei Corsi di perfezionamento sull’Opera Omnia di J. S. Bach

tenuti a Cremona negli anni 1987/88 

dal Michael Radulescu di Vienna

San Michele Arcangelo

Diego de La Puente - XVII secolo - 198 x 117 cm
Museo Nacional de Arte, Bolivia

 

Bach eseguì questa composizione a Kassel per un concerto inaugurale nel settembre del 1732, il 28 0 29, giorno di S. Michele. Può darsi che il brano sia stato composto proprio per questa occasione: è qui espressa infatti l’idea della lotta di S. Michele arcangelo con il Dragone.

Giunto fino a noi attraverso l’autografo bachiano , anche se la fuga è completata da un’altra calligrafia, anche questo come gli altri preludi del periodo di Lipsia, ha come caratteristica principale una grande unità e una sorprendente unione dialettica tra le due idee contrastanti.

C’è una prima idea, assai sviluppata, quindi appare una seconda idea, molto diversa. Le due idee sono poi combinate in modo dialettico, fino a formare una singolare unità.

Questa unità di due contrasti sembra rispondere allo stesso principio ispiratore che genererà in seguito le sonate di Beethoven.

In questo preludio si avverte l’influenza, mista allo stile toccatistico, del Concerto grosso all’italiana: ci sono dei ritornelli che appaiono più volte e che alla fine vengono ripetuti. Alla fine del primo ritornello , inizia l’idea nuova. In termini dialettici possiamo dire che se il primo ritornello costituiva l’EXORDIUM, questa seconda idea è la NARRATIO. Segue la ripetizione dell’esordio sulla dominante, quindi si presenta una novità, probabilmente la CONFUTATIO: c’è un ostinato nel contralto che richiama un passo dalla passione secondo s. Matteo ( duetto con coro n. 33). Questa porzione è breve ed è seguita da un episodio che riprende il materiale della Narratio. Ritorna l’idea dell’inizio, quindi riprende la Confutatio. Un punto d’organo sul re grave precede uno sviluppo fino alla cadenza in sol maggiore . Qui avvertiamo che l’intensità del brano aumenta in modo enorme ( da sol magg. si passa a la min.). Dopo il la minore ritorna ancora la seconda idea, ma questa volta c’è un’inversione.

Ritroviamo gli elementi della Narratio, con una cadenza in la minore. Segue poi una situazione stranissima: la scrittura diviene polifonica. Ancora una modulazione, un punto d’organo ed in fine il primo ritornello in mi minore.

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FUGA

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C’è un grande ritornello iniziale che viene ripreso alla fine, lo stesso è proposto anche alla dominante e, limitatamente al suo inizio, alla sottodominante.

Gli spazi tra i ritornelli sono occupati da un’ enorme Confutatio . Occorre attaccare subito la fuga , senza creare spazi troppo ampi. Ritengo che la relazione di tempo si ricava tra la semiminima del Preludio che equivale alla minima della fuga.

Esaminando il tema della fuga, unico in Bach, cogliamo l’ idea della grande Spada di S. Michele arcangelo, secondo al visione dell’Apocalisse. (***)

Qualcosa che taglia e che divide.

L’unisono viene diviso, spezzato e le parti si allontanano, sempre più, quasi a disperdersi.

La tensione armonica diviene molto forte se non pensiamo ad un simbolo. Consiglio infatti di eseguire il tema piuttosto legato e non staccato. Il controsoggetto invece si articoli, ma non troppo (né legato , né staccato, piuttosto le note più vicine legate di quelle lontane, che tenderanno a separarsi sempre di più.

Le Figurae suspirantes legate due a due. Dal Manoscritto di Berlino si rileva la necessità di eseguire legate le quattro crome discendenti che introducono il IV grado alla battuta 47.

Molto articolati si facciano i passi con le semicrome pensando soprattutto alle prime note.

Se paragoniamo ora le battute 84, 85, 86 e 87 con le battute 103, 104, 105 e 106, restiamo sorpresi nello scoprire che ci sono le stesse funzioni armoniche.

Nella battuta 112 troviamo delle tirate verso l’alto , che ci richiamano quelle presenti nel 2° corale natalizio dell’Orgelbüchlein che indicano la moltitudine degli angeli discesi al seguito dell’Arcangelo Michele.

Dopo questa citazione , abbiamo il passaggio triplo al manuale (142). Troviamo delle citazioni di Kyrie ( cellula di tre note ascendenti) di cui si evidenzi la prima nota. La cadenza in do maggiore (159) in levare nel tenore, ci rammenta la fughetta su Allein Gott o la grande fuga in do maggiore o più precisamente il Gloria in excelsis Deo. Quindi dopo il do minore c’è il Kyrie, dopo il do maggiore c’è il Gloria : la Messa luterana.

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LA SECTIO AUREA

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Esaminando le proporzioni numeriche abbiamo una costruzione incredibile.

La prima esposizione dura 59 battute, esattamente come l’ultima esposizione.

(PROPORTIO AEQUALIS)

Una porzione di 9 battute segue la prima esposizione , seguita da 3 battute che contengono il tema del pedale, per un totale di 12 battute. Di nuovo troviamo 12 battute analoghe alla battuta 72.

Quindi 12+12= 24.

Seguono , a partire dalla battuta 84, un gruppo di 36 battute , che sommate alle precedenti 24, danno 60.

Quest’ultimo numero, rapportato alla somma delle altre sezioni focalizzate, dà la serie numerica del Fibonacci , detta formula della Sectio Aurea e precisamente:

(12+12) 36 (36+24) (60+36)

24 36 60 96 …………………..

oppure, più semplicemente:

2 3 5 8 …………………….

In cui: il numero successivo è la somma dei due precedenti.

Notiamo infine un altro aspetto interessante. La prima e l’ultima esposizione danno in totale 118 battute e tutta la porzione mediana invece 113.

Ma se osserviamo bene dove entra il …da capo, le battute del pedale sono proprio 5, quelle che sommate a 113, danno ancora 118.

 

Anche la ripartizione dei temi è interessante: abbiamo 7 temi, tutta la porzione centrale ha 2 temi, 9 in totale. Alla fine, ancora 9 temi.

Questo indica JESU JUVA (9-9), proprio come nella Messa in si minore.

Teologicamente notiamo la corrispondenza mistica dell’arcangelo Michele con Gesù Cristo, considerati entrambi vincitori del Male.

trascrizione cura di Patrizia Citeroni

 

(***)

capitolo 12 del libro dell´Apocalisse:
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
"Ora si è compiuta la salvezza,
la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato
l´accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.
Ma essi lo hanno vinto
per mezzo del sangue dell´Agnello
e grazie alla testimonianza del loro martirio,
poiché hanno disprezzato la vita fino a morire.
Esultate, dunque, o cieli,
e voi che abitate in essi.
Ma guai a Voi, terra e mare,
perché il diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo. "(Ap 12,7-12)

 

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