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ARTE DELLA FUGA


Le ultime note di Bach  

di Massimo Venuti

Le sottili quanto lontane dottrine che hanno legato soprattutto in passato gli ambiti della musica, dei numeri e delle parole non cessano di stupirci, e con questo stupore vogliamo avvicinarci a una straordinaria composizione, l' Arte della Fuga, ultima opera di Bach che osserveremo da un punto di vista diverso dal consueto, considerando anche che il termine "Arte" per lui non significava quello che  significa per noi, ma "artificio", " tecnica", "costruzione razionale": per questo motivo le fughe qui vengono chiamate  Contrapuncta e sono in realtà dei canoni. Ma qui comincia il bello. Questa opera termina con un terzo tema di quello che doveva essere una quadrupla fuga rimasta senza sviluppo per la morte del suo autore. L'Arte della Fuga è dunque incompiuta alla diciottesima  fuga. Così almeno si crede, perché ci sono sempre più fondati motivi di ritenere  quella apparente interruzione una scelta artistica voluta.

   In realtà le 18 fughe corrisponderebbero in successione ai 18 Salmi, infatti i salmi furono considerati da Bach i meglio adatti  a glorificare Dio, d'altro lato egli pensava di comporre una summa secondo la più perfetta delle arti, il canone, per l'appunto: al termine della sua vita, il testo poetico più lirico di tutti i tempi si sarebbe combinato con la tecnica più razionale e rigorosa a comporne una eccelsa, definitiva sintesi.

   Questo era il progetto. Il primo Contrapunctus , tanto per fare un esempio,ha strette correlazioni con il primo Salmo. Il Tema di questa  prima fuga è di dodici note. Ma dodici ( come scritto in Harmonologia musica... di Andreas Werckmeister, libro che era presente  nella biblioteca di Bach e che rappresentava un grandioso compendio di simbologia musical-religiosa) è anche il numero della Chiesa ---- secondo Gregorio Magno, undici apostoli fedeli più Cristo ----, nell'antico Testamento si hanno 12 generazioni, 12 tribù bibliche, nell'Apocalisse 144.000 redenti (12 al quadrato per mille). Come nel primo salmo questo Contrapunctus  esalta il mondo che desidera la Legge del Signore e tutti ne parlano giorno e notte in Comunità, cioè nella Chiesa.  Il giusto viene qui paragonato a un albero piantato  vicino a un ruscello , le cui foglie non ingialliscono mai (sal 1,3) e viene individuato in questa fuga da una delle entrate del tema che viene scritta graficamente, con il suo grappolo di note discendenti, proprio come un'acqua corrente. Non parliamo poi di un'altra coincidenza. questo primo contrappunctus-Salmo conta nel manoscritto berlinese quattro battute in meno. Prima dell'edizione approntata per la stampa  tuttavia, Bach doveva essersi accorto che aggiungendo  quelle quattro  la composizione  avrebbe avuto una prima sezione  di 78, una seconda sezione di 48 battute , il che corrisponde  alla proporzione della sezione aurea  ( il tutto sta alla maggiore , come la maggiore sta alla minore): tale rapporto, meglio di qualsiasi altro, avrebbe inaugurato questa raccolta ad majorem Dei gloriam. E così fece.

 Arriviamo subito alla fine.  Dopo i 18 Contrapuncta,  Bach non si sentì di musicare  il salmo 19 , che è il salmo dell'esaltazione cosmica  della gloria di Dio:questo sia perchè la Gloria e la pienezza escatologica non possono essere rappresentate, sia perchè il Salmo contiene un riferimento all'armonia prestabilita, anche questa impossibile da rappresentare  ( "non è racconto, non è linguaggio, non è voce che possa essere intesa." sal.19.4). A questo punto pensò allora  di cambiare mezzo espressivo e aggiunse il corale Vor deinen Thron trett ich hiemit,  " sono davanti al Tuo trono" e la diciottesima fuga non rimase  effettivamente incompiuta per la sua morte, come si dice, ma deliberatamente lasciata in sospeso in quanto la musica non poteva essere adeguata al contenuto del Salmo. Invece che ad essa, Bach si affidò alla simbologia numerica , più astratta ed essenziale, per descrivere meglio il suo sentirsi ormai al cospetto di Dio . Ecco come. Come più o meno si sa, la terza fuga dell'ultimo Contrapunctus termina con l'entrata di un tema sul nome Bach, Secondo la nomenclatura germanica della musica infatti , B rappresenta il si bemolle, A il la, C il do e H il si bequadro,  questo è noto.  Ma  Bach, in realtà, non si limitò a "  firmare" in questo modo la sua ultima fuga. Egli completò e sviluppò  quelle prime note in modo da ottenere un tema di quattordici note ( fig.1) che rappresentava il nome ghematrico di Bach.

fig.1

 La Ghematria è una tecnica cabalistica molto usata nelle sue composizioni e che parte dalla corrispondenza A=1, B=2, C=3.... pertanto B+A+C+H= 2+1+3+8= 14, ovvero la somma delle note del tema scritto  per esteso (chiamiamo per comodità "tema" , ma correttamente si dovrebbe dire "soggetto" o , in quanto canone, "antecedente").  Ora, l'inverso di 14 è 41. Per curiosa coincidenza il 41 corrisponde alla ghematrìa delnome intero di J (ohann)  S(ebastian) Bach. Infatti: J=9,S=18 Bach=14, per un totale di 41. L'ultimo corale prenderà il posto dell'ultima fuga (il già detto "sono davanti al tuo trono") ha un motivo di 14 note e l'intera melodia ne abbraccia esattamente 41. a loro somma , 55, costituisce l'essenza numerica dell'ultima espressione musicale di Bach e corrisponde, essendo appunto il simbolo della sua anima di fronte al trono supremo, la somma di Jesu (52) e di Dio (3).  Ecco che la coincidenza, il suo essere di fronte a DIo, non venne accennata analogicamente dalla musica, ma dalla coincidenza dei numeri  la cui essenza astratta e intellettiva meglio si adeguava al Sommo Fattore. L' identificazione prosegue anche nelle firme che egli apportava alternativamente sui suoi manoscritti: essi sono SDG   (soli Deo gloria) e JSB 8 Johann Sebastian Bach) e che si equivalgono numericamente. 

 Infatti  S (18)+ D (4)+ G (7)= 29.          J (9)+ S (18)+ B(2)= 29

 C'è molto di più, naturalmente, anche se i confini tra realtà e fantasia hanno talora portato molti a farsi prendere troppo la mano. Ma è indubbio che Bach adoperasse il simbolismo numerico secondo una tradizione che poggiava da un lato su quella agostiniana e cabalistica, da un altro sulle proporzioni che si rifacevano più o meno direttamente al pitagorismo e al neo-platonismo. Ma dove l'avesse imparata possiamo saperlo. A prescindere dal fatto  che uno dei suoi riferimenti teorici fosse l'opera del suo amico Werckmeister, a sua volta allievo di Marin Mersenne (1588.1684) la cui Harmonie universelle  del 1637 riproponeva  la teoria pitagorica  del numero come base dell'organizzazione del mondo, Bach faceva  parte di un'importante accademia ( oggi diremo loggia , o club , o associazione) che si denominava Correspondierende Sozietät Wissenschaften,  "Società di corrispondenza per le scienze musicali" , fondata tra gli altri da Giacomo de' Lucchesini, Lorenz Christoph Mizler von Kolof (1711-1778) e dal Kappelmeister Georg Heinrich Bümer (1669-1745), una società che sviluppava le tradizioni cabalistiche  e neo-platoniche, infatti sappiamo che von Kolof e  Bümer   presero i "nomi simbolici" di Pitagora e Archimede ( cfr.  R. Vlad <<Bach, Bibbia, esoterismo>> in A.A. V.V. : la Musica e la Bibbia, ed. Garamond, Roma 1992).  

   Haendel era l'undicesimo membro di quella società e Bach, pur potendo entrare subito dopo al dodicesimo , attese alcuni mesi per poter entrare al quattordicesimo posto e ormai sappiamo per quali motivi.Ogni membro di quella società , nell'atto  di essere ammesso , doveva offrire un ritratto di sè e un lavoro musicale di valore scientifico  (ossia con riferimenti simbolico-musicali, ad esempio canoni).

 Bach offri il celebre quadro ancora oggi conosciutissimo, eseguito da Elias Gottlieb Haussmann con 14  ( ancora!) bottoni sulla giacca e con in mano un piccolo foglietto , su cui sta scritto  canon triplex à 6 voci .. ma delle sei voci necessarie ne sono annotate solo tre. Per risolvere questo canone molto complesso  -autentico vertice speculativo del suo autore - è probabile  che Bach  abbia tenuto una conferenza introduttiva, ma dopo ci sono voluti  quasi cento anni per trovare una delle 480 soluzioni  che questo canone ammette.

  Il come si sia trovata quella soluzione potremmo dire che è stato abbastanza umiliante per i musicisti perchè , negli effetti, nessuno ci era riuscito ( oggi invece è possibile, dopo che Giancarlo Bizzi ha recentemente pubblicato  la chiave dei canoni, scoprendo il significato della  Tabula mirifica  di Athanasius Kircher del 1650).

http://www.geocities.com/Athens/Parthenon/9704/immagini/kircher/00e.gif

 Si scoprì inoltre , da qualche parte in Inghilterra, una replica del ritratto , perchè Bach si fece ritrarre due volte : una volta con le prime tre voci soltanto , una volta con lo stesso canone ma col foglietto rovesciato.

 La soluzione si trova appunto , sovrapponendo il foglio dritto al foglio rovesciato. Non solo, ma il tema di questo canone conta undici note, che è proprio il numero di entrata di Haendel nella Società e la somma totale di tutte le note del canone  è 60, che è la ghematrìa del nome Haendel , quale omaggio al suo illustre collega. 

 Ora, che un uomo come Bach attenda mesi per entrare al quattordicesimo posto  e tutto il resto può apparire dall'esterno una sciocca "superstizione"       (termine di inquietante illuminismo materialistico), ma nel quadro di una visione del mondo  dove il numero, il nome  e la musica mostrano di essere aspetti analoghi di una sola armonia e questa non si sovrappone, piuttosto scorre parallela all'umiltà e al riconoscimento di Gesù, induce meraviglia e rispetto.  

- Le ultime note di Bach
di Massimo Venuti
in Rassegna Musicale Curci
Milano, settembre 1995, n.3

(per cortese segnalazione del Prof. Claudio Paradiso>>>> www.fiatidiparma.com)

links consigliati:

http://www.kunstderfuge.com/

 

 

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