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J.S.BACH : "CLAVIER ÜBUNG" dritter Teil (IIIa parte)

( appunti da Conferenze pubbliche tenute dal M.° M. Radulescu)

(…) il contenuto di una pagina di Bach è la forma  stessa nella quale esso è scritto. (A.Basso ...)

 

(dispensa tratta dalle lezioni ai corsi di perfezionamento 

per organisti, Cremona 1987)

 

trascrizione a cura di Arnaldo Bassini

  allegata al programma di sala del Concerto

dato il 19 giugno 1987, sull’organo Mascioni della Cattedrale di Cremona

 

La terza parte della Clavier-Übung è una delle opere più grandi e più importanti di Johann Sebastian Bach. E’ stata scritta nel 1738-39 e pubblicata nel 1739, alcuni dei brani che la compongono, però, erano già stati composti in epoche precedenti; Bach li ha qui utilizzati inserendoli nella versione definitiva dell’opera. La maggioranza dei brani che compongono la Clavier-Übung comunque, sono originali,scritti apposta per l’edizione a stampa del 1739.

Si può pensare che la pubblicazione di quest’opera sia stata fatta intenzionalmente coincidere da Bach con il bicentenario dell’accoglimento della riforma di Lutero nella città di Lipsia. E’ nel 1539, infatti, che Lutero si reca a Lipsia e che, in occasione della Pentecoste,pronuncia un grande sermone sulla Trinità e sul catechismo. E’ fondamentale menzionare questo fatto, perché nella Clavier-Übung si possono esattamente riscontrare, commentati musicalmente, questi due capisaldi della predicazione di Lutero.

La Clavier-Übung è stata definita , di volta in volta, la raccolta dei corali del dogma, oppure la messa d’organo. Queste due definizioni, però , sono restrittive e non bastano a compendiare tutta l’opera, la cui struttura è assai complessa.

La Clavier-Übung, infatti , ha inizio con un primo gruppo di 9 corali che costituiscono la "missa brevis" luterana: due gruppi di tre Kyrie ( kyrie. Christe, kyrie) e tre corali dedicati al Gloria. Dopo questa "missa brevis" seguono tre paia di brani dedicati al Catechismo: rispettivamente ai Comandamenti, al Credo e al Pater noster. Seguono di nuovo, tre paia di corali, questa volta dedicati ai Sacramenti: Battesimo, penitenza, Eucaristia.

Possiamo osservare che questi brani- quelli dedicati al catechismo e quelli dedicati ai sacramenti- seguono esattamente il Catechismo di Lutero, così come avviene anche per tutta la simbologia numerica contenuta in questa grande opera di Bach. Anche Lutero , infatti, dopo aver trattato il Catechismo, parla dei Sacramenti. Questo mi pare assai interessante e significativo.

L’opera è introdotta da un grande Preludio in mi bemolle maggiore, forse il più grande Preludio che Bach abbia scritto per l’organo. Un Bach che qui esprime con evidenza e con forza l’idea Trinitaria. Nel preludio infatti, ci sono tre temi: due grandi temi omofoni e un tema polifonico: questi tre temi simbolizzano la Trinità.

Alla fine l’opera sarà conclusa dalla tripla fuga in mi bemolle maggiore: anche questa fuga simbolizza la Trinità.

L’elemento dato affascinante è dato dalla passibilità di osservare che le proporzioni formali, così come quelle numeriche, sono esattamente come nella progressione di Fibonacci: dunque la "sectio aurea" che è la formula matematica del Simbolo Niceno; con questa significativa formula, Bach intende esprimere l’idea trinitaria.

Dopo il preludio in mi bemolle maggiore seguono i corali, tutti, ad eccezione dei nove che costituiscono la Missa brevis , sono scritti a gruppi di due: Bach, su ognuno degli argomenti , ha composto un corale grande, con pedale e un corale piccolo, senza pedale. Si suppone che queste due versioni -grande e piccola- corrispondano ai due catechismi di Lutero: Il grande Catechismo , riservato ai teologi e il piccolo Catechismo, ad uso del popolo e dei giovani.

Dopo la missa brevis ( i sei Kyrie e i tre Gloria) seguono i corali del Catechismo, a coppie, con l’alternanza di grande e piccolo. Complessivamente, la "missa brevis" e il catechismo fanno ventun Corali; dopo di che, alla fine, si trovano quattro duetti, che sono gli unici duetti che Bach abbia scritto per l’organo. I quattro duetti sono erroneamente catalogati tra le opere per clavicembalo; sono stati pubblicati nella terza parte della Clavier-Übung , di cui fanno parte integrante, e quindi sono senza dubbio per l’organo. E proprio i quattro duetti preparano l’entrata della Fuga in mi bemolle maggiore.

Un aspetto meraviglioso della Clavier-Übung è costituito dalle relazioni armoniche delle tonalità. Subito balzano agli occhi le simmetrie : i Kyrie grandi sono vicini a quelli piccoli con intervallo di terza; lo stesso avviene per i corali sull’Eucarestia, alla fine.

Nei tre Corali dedicati al Gloria, le tonalità sono ascendenti: il primo è in Fa, il secondo in Sol, il terzo in La.

La stessa corrispondenza si trova nei quattro Duetti, che sono rispettivamente in MI-FA-SOL-LA e dopo l’ultimo duetto, la fuga inizia con un si bemolle.

Possiamo ancora osservare, a proposito delle tonalità, che ci troviamo sempre di fronte ad una differenza tra la versione grande e la corrispondente versione piccola. Fanno eccezione, come vedremo, i due Corali sui Comandamenti.

MISSA BREVIS

Al Preludio in mib fanno seguito nove corali della Missa Brevis. I tre grandi Kyrie formano, tra di loro, una unità indivisibile: ai tre grandi fanno seguito i tre piccoli Kyrie. L’idea trinitaria è poi continuata nell’ "Allein Gott, in der Höh sei Ehr" ( gloria in excelsis Deo) dove troviamo ancora tre corali, che sono a tre voci; e solo il secondo, quello in sol maggiore, è un trio con pedale: gli altri due sono senza pedale.

I COMANDAMENTI

Ai nove corali dedicati alla "Missa brevis" fanno seguito i due a commento dei Comandamenti. Questa coppia, a differenza di tutte le altre, è stata scritta da Bach nella medesima tonalità, una tonalità che non ha "accidenti" : è un modo misolidico sul sol senza fa#, senza sib, tutta la tonalità è pura, ed è mantenuta sia per il grande corale che per il piccolo. La scelta di Bach, certamente, è intenzionale; anche nell’Orgelbüchlein , del resto, Bach aveva usato la stessa tonalità per lo stesso corale; ed anche nelle cantate, quando cita questo corale, Bach usa la medesima tonalità. La tonalità pura vuole simbolizzare la purezza della legge. L’idea della severità della Legge è invece espressa con il canto fermo in canone, utilizzato nel grande corale.

CREDO

Un pezzo di incredibile forza è il Credo (Wir glauben all an einem Gott) una grande fuga nel manuale costruita sulla prima frase del canto fermo, che è citato integralmente alla fine del brano; al pedale, invece, non appare ami questo tema: il pedale , infatti, sviluppa un basso ostinato. Ritengo che Bach possa aver appreso questa tecnica da Frescobaldi, dai Fiori musicali.

E’ interessante notare che il basso fa le sue apparizioni sempre a distanze diverse : le distanze fra le successive entrate del basso, infatti, si fanno di volta in volta sempre più grandi.

PATER NOSTER

La terza coppia dei Corali sul Catechismo è dedicata al Pater noster (Vater unser in Himmelreich). Qui Bach, come nel grande corale sui comandamenti, ricorre al canto fermo in canone. La forma canonica, in questo caso, sta a simbolizzare il dialogo tra Dio e l’uomo, quindi la preghiera , intesa come dialogo. D‘altra parte dobbiamo anche considerare il fatto che questa preghiera, così come narra Matteo nel suo Vangelo, è pronunciata da Cristo, mentre i discepoli la ripetono. Anche questa è una ragione per cui Bach utilizza il canto fermo in canone. Il Pater noster è forse il pezza più difficile che Bach abbia scritto per l’organo. E’ un brano a cinque voci, una scrittura che ha dei precedenti in De Grigny, con l’utilizzo di due tastiere e del pedale. E’ un tempo in canone: ogni mano suona una voce del canto fermo e suona anche, contemporaneamente, una voce libera, concertante. VI è in Vater unser una grande ricchezza ritmica, che simbolizza, come sostiene Lutero nel Catechismo, la moltitudine delle sofferenze umane. E poi abbiamo anche quelle terzine che procedono in staccato: si tratta di un riferimento alla frase del Vangelo di Matteo, riportata negli antichi libri degli inni, " Bussata alla porta e vi sarà aperto". Ecco, mi pare che questi staccati esprimano proprio questo concetto; Bach del resto, ha qui segnato un’articolazione molto ricca.

BATTESIMO

Dopo la versione "piccola" di Vater unser , il pezzo grande che segue tratta del Battesimo (Christ, unser Herr zum Jordan kam).

Qui possiamo forse sentire, nella mano sinistra, lo scorrere dell’acqua del Giordano. Ma , così come nel Catechismo di Lutero, la simbologia di questa scrittura non si riferisce solo al Giordano, all’acqua: vi si può cogliere, infatti, l’unità mistica tra l’acqua del Giordano, l’acqua del battesimo e il sangue di Cristo, un sangue che lava. Il canto fermo è al pedale, nel tenore, mentre le voci superiori sono un duetto dove l’imitazione è molto stretta; un’imitazione quasi canonica, che simbolizza forse i due elementi che sono simili, Padre e Figlio, e lo Spirito santo che da loro procede.

(P.S. il brano ha in totale 64 battute, corrispondenti al quadrato di 8, numero della rigenerazione battesimale)

PENITENZA

I due Corali che seguono sono dedicati alla Penitenza ( aus Tiefer not schrei ich zu dir); così come dice Lutero nel Catechismo , la Penitenza è la continuazione del Battesimo, un Battesimo che si rinnova ogni giorno. Questo è l’unico pezzo per organo scritto da Bach a sei voci , con pedale doppio; quella del pedale doppio, lo sappiamo è un’antica tradizione nordica…

La scrittura è nello stile "gravis" ecclesiasticus , così come i grandi Kyrie, dove ad ogni frase del canto fermo corrisponde un segmento della composizione; è, questo, il grande salmo 130 (" de profundis") di un’intensità incredibile. La stessa tecnica del mottetto è utilizzata anche per il corrispondente brano piccolo, che è composto nella tonalità di Fa # minore, una tonalità che nel temperamento inequabile esprime un pathos fortissimo. L’accordo finale, di fa # maggiore, fa veramente paura: si sente fisicamente il dolore, lo stesso dolore che sgorga dal Salmo.

EUCARESTIA

L’ultima coppia dei ventuno Corali è dedicata all’Eucarestia ("Jesu Christus , unser Heiland"). Il grande corale è un trio a due tastiere e pedale; è difficile comprendere esattamente che cosa Bach volesse dire con quei salti enormi con cui è scritto il tema. Se però consideriamo il testo di Lutero, vediamo che l’affetto è il grande furore di Dio per la colpa degli uomini, ma anche la funzione redentrice della Passione di Cristo. L’affetto principale è comunque il furore divino, così come tante volte è espresso nel

Vecchio Testamento. Tutto questo è reso musicalmente con una scrittura molto aspra, con delle sincopi, con dissonanze assai forti che non sono preparate e che cadono sugli accenti. Dunque, una scrittura che è piena di temperamento, una scrittura arrabbiata, direi quasi furiosa. La versione piccola di Jesu Christus unser Heiland, è una grande fuga a quattro voci in fa minore, una tonalità molto appassionata, con una citazione, alla fine della prima frase del canto fermo del corale. Il Tema è in aumentazione, forse come segno di " Soli Deo Gloria".

DUETTI

I quattro Duetti stanno forse a simbolizzare i quattro elementi: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra. Anche Lutero, del resto, fa cenno, nel Catechismo, a questi quattro elementi. E’ però possibile che i duetti simbolizzino le quattro direzioni della Croce.

Qualche anno fa, pensando ai quattro duetti, avevo anche considerato l’ipotesi che questi brani potessero simbolizzare i quattro Arcangeli: tanto più che ognuno è simbolicamente legato ad uno dei quattro elementi. Così Michele sarebbe il primo, legato all’elemento fuoco, Gabriele il secondo con l’elemento aria, il terzo sarebbe Raffaele, con simbolo il pesce, l’acqua; il quarto Uriele, la terra. Questo potrebbe essere , forse , il significato dei quattro duetti.

 

Senza entrare nel dettaglio . è forse importante aggiungere che la Clavier-übung è un’opera densa di simbolismi numerici, in stretto legame con l’allegoria espressa dai salmi che sono citati da Lutero nel Catechismo. E’ sempre presente, in questa simbologia numerica, anche il nome Bach, Per limitarci ai simboli numerici più evidenti, possiamo constatare che nella Clavier- Übung ci sono 21 corali: l’allegoria è delle 21 lettere del nuovo Testamento. Tutta la Clavier-Übung ha 27 brani; il nuovo testamento è formato da 27 libri. E’ una corrispondenza da meditare.

La grande orma, la struttura dell’opera è basata sulla progressione di Platone così come è enunciata nel "Timeo". Dove il Timeo spiega la creazione del mondo , si sostiene che Dio ha diviso il mondo secondo delle proporzioni assai precise, costituite dai numeri 1, 2, 3, 4, 9 , 8 e 27. Ho potuto constatare che questi numeri ci sono tutti nella Clavier-Übung; un dato veramente affascinante. Possono essere utili, ancora, alcuni dati generali su questa grande opera di Bach. E’ pressoché certo che la pubblicazione della Clavier-Übung sia stata progettata per la fiera di Pasqua del 1739; l’opera in realtà , ha visto poi la luce per la Fiera di S. Michele (29 settembre). Non sono chiari i motivi di questi spostamenti di date; l’ipotesi più probabile è che questo sia avvenuto per ragioni strettamente familiari; in questo anno , infatti, al Cantor era morto un figlio.

I grandi brani di quest’opera sono certamente destinati agli specialisti, ai teologi, agli esperti; i brani più piccoli sono adatti ad essere suonati in casa, sul clavicordo o su un piccolo organo, ma naturalmente anche in Chiesa.

Ancora. Sappiamo da Forkel che Bach, quando provava un organo, lo suonava per qualche ora: iniziava con un grande preludio e fuga, dopo di che eseguiva alcuni corali ornati, quindi dei trii e finiva tutta l’improvvisazione con una grande Fuga per organo pleno. Possiamo notare che la Clavier-Übung è proprio costruita secondo questa formula. Un altro fatto che mi pare importante di essere menzionato: nella Clavier-Übung non si trova alcun canto fermo ornato. Si tratta, con ogni probabilità, di una precisa e voluta cautela di Bach, che così ha evitato di dare l’impressione di abbracciare le "deviazioni" del pietismo.

Di fatto, in quest’opera si può rilevare una concezione molto severa, austera, rigorosamente fedele all’ortodossia luterana. L’ortodossia di Bach si esprime nella profonda attenzione al dogma trinitario, nella fedeltà al Catechismo di Lutero, nell’affermazione della unio-mistica tra l’anima e il Cristo.

Il tema ricorrente, fondamentale, è quello della venuta del Signore: l’avvento a natale, l’avvento dopo la Pasqua e anche l’avvento dopo l’Eucarestia. Questo, del resto, costituisce quasi il leit-motiv degli ultimi grandi brani di Bach: dei 18 corali di Lipsia, dei corali Schübler, delle Variazioni canoniche.

Questo concetto dell’Unio-mistica è offerto ad una profonda meditazione: una meditazione non solo per l’intelletto, ma anche per l’anima. (Michael Radulescu)

 

OSSERVAZIONI SULLA NUMEROLOGIA ESPRESSA DALLA COMPOSIZIONE

 

 

(…) nel caso della K.U: dritter Teil la forma globale è data dai seguenti numeri:

 

· Un grande Preludio tripartito (all'inizio della raccolta)

· 21 corali

· 4 duetti

· una grande Fuga tripartita (a conclusione della raccolta)

 

prendendo in esame solo i brani corali, possiamo suddividere l’intero gruppo in

una prima sezione di 9 pezzi , dedicati tutti al Kyrie e al Gloria

(parti della messa luterana, missa brevis)

 i rimanenti corali , sommati ai duetti danno in totale 16 .

In tutto i brani sono 25.

Deduciamo quindi che:

  9 (quadrato di 3)

16 (quadrato di 4)

25 (quadrato di 5)

 

La presenza della triade Pitagorica riferita al triangolo rettangolo è l'espressione dell'idea di Trinità riferita a Dio, a cui l'opera è dedicata.

Il numero 3 ricorre dunque con molta insistenza in tutta la composizione : 3 alterazioni in chiave nel preludio e fuga, 3 sezioni nel preludio e tre nella fuga, 3 temi nel preludio e nella fuga. (…)

 

reperibili in questo sito le schede delle opere di J.S.Bach, per una più accurata consultazione di ogni singolo brano:  http://www.jsbach.org/

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